«Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).
Questa frase di Gesù, insieme all’invito ad amare il nostro prossimo come noi stessi, è la chiave per comprendere questo semplice video in cui un bambino va “alla ricerca di Dio” e finisce per trovarlo al parco. Ed è una donna.
Tutto ruota intorno alla ricerca e all’incontro, intorno all’abbattimento delle barriere, delle differenze e delle diffidenze reciproche.
Intorno alla condivisione.
Andare alla ricerca di Dio fa spesso pensare a qualche rinuncia al mondo, al ritiro spirituale in qualche convento o monastero, agli stiliti Padri del deserto.
La realtà è che Dio si presenta in maniera più semplice ed immediata a chi lo sa cercare con cuore puro.
Magari non lo si chiamerà Dio, magari lo si chiamerà Amicizia o Amore, ma questo poco cambia.
È qualcosa che è fuori di noi ma che è anche parte di noi, qualcosa la cui ricerca dona senso è la cui scoperta dona valore all’esistenza.
Il video si apre con il bimbo che riempe il suo zainetto con le merendine che trova in dispensa e con un paio di bibite del frigo.
Alla madre che gli chiede dove stia andando il bambino risponde ingenuamente che va a cercare Dio.
Tralasciando l’improbabile (almeno per noi, qui in Italia) sequenza durante la quale il bambino gira da solo per la città e per la metropolitana, si arriva poi alla panchina del parco dove siede una donna di colore, chiaramente una senza tetto.
Il bambino si siede accanto a lei e, semplicemente, le porge una delle sue merendine e una delle sue bibite.
La barriera della diffidenza è abbattuta e inizia il dialogo fra il bambino e la donna, dialogo fatto di risate e piacere di stare insieme.
Poi il bambino guarda l’orologio e si ricorda che deve andare a casa. Un abbraccio e un ultimo saluto.
Quando la madre lo sente rientrare gli chiede subito se lo abbia trovato, Dio, e il bimbo risponde che si, lo ha trovato, ma che Dio è in realtà una donna molto simpatica.
Allo stesso modo la donna senzatetto fa ritorno al suo giaciglio e alla compagna di sventura, che le chiede perché mai sia tanto sorridente, comunica di avere appena mangiato una merendina al parco con Dio e che in realtà Dio è molto più giovane di quanto si aspettasse.
Insomma, il Dio dalla lunga barba seduto sulla nuvola, così come ci viene descritto dall’iconografia, è solo una rappresentazione artistica.
Dio è ovunque e lo si incontra nelle cose più semplici, nei gesti più semplici.
Bisogna solo saperlo cercare e saperlo riconoscere, una volta che lo si è trovato.